Mandate giù e cazzi vostri

Morfeo si risvegliò molte ore dopo nel letto dell’ospedale, camera a due letti con vista su un muro. Vicino a lui sul comodino un bicchiere di cedrata e i soldatini. Purtroppo nessuno a cavallo.
Chiese con la bocca secca: cos’è successo? E mamma stanca e babbo che fumava anche se non si poteva, raccontarono tutto e dissero: te la sei vista brutta, commozione cerebrale. (…)
Dopo quella fatale notte natalizia Morfeo imparò molte cose.
Anzitutto, che esistono i soffitti, un cielo di soffitti occupa il mondo e nasconde il sole, un mondo pieno di disegni, macchie, storie e creature a testa in giù. Poi imparò quanti rumori fa la gente nel sonno, discorsi e russare e lamenti e gemiti. Imparò che il mondo si divide tra chi dorme bene e chi non riesce a dormire.
Il suo vicino di camera ad esempio non dormiva mai. Andava alla finestra e la mattina diceva: beato te piccolo, che chiudi gli occhi e dormi. Io ogni notte ho paura di andare a letto. L’anno dopo si ad­dormentò per sempre di un tumore al cervello. Aveva una bella faccia scura da pescatore.
Il pescatore dalla bella faccia scura era diventato dipendente da tranquillanti e analgesici dopo la morte della moglie e tutti lo sapevano.
Ma sulla scatoletta della medicina che stava sul suo comodino non c’era scritto: Pericolo. Prenderla solo per tre mesi e poi sospendere.
Scritto in grande, in grande. Tre mesi poi sospendere, tre mesi poi fai come vuoi. Dimmelo chiaro, avvertimi, urlamelo in faccia, il fumo uccide, e questo no?
Per avvertire il consumatore, c’era solo, ripiegato come un bigliettino della lotteria, un foglietto sottilissimo, detto «bugiardino», con gli effetti collaterali le controindicazioni le sfighe possibili. Era scritto in lettere piccolissime. In mini-ittita, in microegizio, in gerocriptico esculapico. Scritto apposta per i vecchi che non ci vedono bene o per chi non conosce quelle parole difficili.
Morfeo decifrò un bugiardino e lesse cose che avrebbe capito solo dopo: effetti collaterali, ipersensibilità ai componenti, reazioni indesiderate.
Sarebbe stato più leale scrivere: mandate giù e cazzi vostri.

Da: La traccia dell’angelo,
di Stefano Benni.
Sellerio Editore,
Palermo 2011. Pagina 18.