Medicina e letteratura: un’antologia




Siamo viaggiatori avventurosi
Ci siamo ritrovati tutti assieme per i saluti: io, la mamma, il figlio più piccolo e Andrea. Per preparare questo distacco.
Ho guardato Andrea e scritto una frase al computer: “Ciao, allora tra poco si parte”.
Lui, stranamente d’impeto, ha risposto: “Ci divertiamo grazie papà”.

Sai qual è l’unica mia paura? Se ci perdiamo noN ci troveremo più. Cosa ne pensi?
Sto vicino a papa
E se ti perdi, e non mi vedi più, cosa fai?
muoio
Non è che muori subito. Prima di morire cosa faresti?
Guardo in giro
E se non mi vedi per tanto tempo… Poi…
Chiamo papa
Ma se ci siamo persi ed io non arrivo, viene la notte… cosa fai?
Dormo seduto al bar e aspetto
Bene. SAi qual è un’altra cosa che devi fare? Appena vedi un poliziotto ti appiccichi vicino e non lo molli più. Capito?
Si va bene
E cosa gli dici?
Il papà scappato
Devi dire “lost” che in inglese significa che ti sei perso. E se paRlano spagnolo devi dire “perdido”… Ok?
Perdido
Sei pronto ad ogni avventura? Dormire in giro, mangiare quello che troviamo e adattarsi a tutto?
Andrea pronto
C’è qualcosa che vuoi chiedermi o sapere prima di partire?
Se papà contento
Moltissimo, non vedo l’ora. Neanch’io ho mai fatto un viaggio così…
Siamo viaggiatori avventurosi
Certo. Hai paura di qualcosa?
No

Gli ho chiesto di salutare il fratello.

Stai in pace senza frate

E anche la mamma.

Ciao mamma cara i baci ti do.

Eravamo tutti commossi. Come l’equipaggio di una missione lunare. Ci sentivamo un poco astronauti. Chissà se ci eravamo allenati abbastanza. Mi chiedevo se l’America avesse più o meno gravità di qui, se ci saremmo sentiti più leggeri o più pesanti.

Da: Se ti abbraccio non avere paura. Il viaggio di Franco e Andrea,
di Fulvio Ervas.
© Edizioni Marcos y Marcos,
Milano 2012, pagine 26-28