Medicina e letteratura: un’antologia




Un’esperienza multidisciplinare

La pubblicità di Carnage Hill è tutt’altro che preclusiva. In bella vista nell’atrio c’è il “Certificato di platino” della Federation of Co-axial Senior Society “La vita è un lusso di cui pochi vogliono privarsi”, con base a Dallas, il centro nazionale di ricerche che sa tutto della morte. L’obiettivo di Carnage Hill è rinnovare l’immagine della vecchiaia in modo tale che essa possa essere considerata un fenomeno altamente desiderabile. Così, nessuno di coloro che vi lavorano indossa una divisa. Il vestiario casual ma elegante, morbido e in tinta unita, è fornito da Land’s End. Nessuno porta la targhetta “staff” o è trattato come se ne facesse parte. Ci sono invece degli “sconosciuti” svegli, affabili, curati e ben vestiti che ti sembra di incontrare per caso, che ti mostrano il loro interesse e si offrono di aiutare chiunque ne abbia bisogno. Una metà dei badanti sono asiatici: che in queste cose sono meglio degli anglosassoni, dei negri e degli abitanti del New Jersey di origine italiana. Dentro, tutto è sostenibile, solare, verde, comandato da sensori, senza scartoffie e senza che si debba toccare nulla, e inimmaginabilmente caro. Nel garage sotterraneo riscaldato geotermicamente sono disponibili delle Prius a noleggio. Portapillole senza fili dicono ai residenti quando prendere le loro medicine. I videogiochi trasmessi dalla tv misurano i basilari elementi cognitivi dei residenti (se riescono a ricordarsi di giocare). Ci sono persino dei cimiteri, in internet, che li invitano a farsi dei video, in modo che i loro cari possano vedere zia Ola quando aveva ancora un cervello. “Invecchiare è un’esperienza multidisciplinare, vuol far sapere ai candidati il dépliant dell’azienda, Muses. In questa linea, Carnage Hill è dunque un laboratorio vivente per americani brizzolati.




A sad fact, of course, about adult life is that you see the very things you’ll never adapt to coming toward you on the horizon. You see them as the problems they are, you worry like hell about them, you make provisions, take precautions, fashion adjustments; you tell yourself you’ll have to change your way of doing things. Only you don’t. You can’t. Somehow it’s already too late. And maybe it’s even worse than that: maybe the thing you see coming from far away is not the real thing, the thing that scares you, but its aftermath. And what you’ve feared will happen has already taken place. This is similar in spirit to the realization that all the great new advances of medical science will have no benefit for us at all, thought we cheer them on, hope a vaccine might be ready in time, think things could still get better. Only it’s too late there too. And in that very way our life gets over before we know it. We miss it. And like the poet said: The ways we miss our lives are life.

Richard Ford, Independence Day.