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Il costo elevato dei medicinali è una questione sempre più dibattuta. È probabile che lo sarà ancora di più nei prossimi mesi, dal momento che diventerà uno degli argomenti più discussi nel corso della campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti. Infatti, diversi esponenti del 116° Congresso statunitense hanno presentato progetti di legge per modificare la legge e consentire la negoziazione del prezzo dei farmaci da parte del governo. Questa proposta è una caratteristica chiave della legislazione sui prezzi dei farmaci recentemente annunciata dalla relatrice democratica Nancy Pelosi (Lower Drug Costs Now Act del 2019), che richiederebbe al segretario del Dipartimento della sanità (HHS) di negoziare il prezzo di almeno 25 (e non più di 250) farmaci di marca che non abbiano un corrispettivo equivalente e renderebbe il prezzo negoziato disponibile sia per il programma Medicare sia per i privati cittadini. Numerosi candidati democratici nella campagna presidenziale 2020 hanno inoltre espresso il loro sostegno a questa prospettiva.

L’Italia è considerato un paese di riferimento da molti osservatori stranieri. La conferma del buon lavoro condotto dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) viene dall’Editoriale di cui è primo autore Federico Villa, pubblicato a pagina 65. «A seguito del processo di negoziazione – leggiamo – i prezzi proposti dai titolari di autorizzazione all’immissione in commercio sono stati abbassati mediamente del 25,1% per i farmaci orfani e del 28,6% per gli altri prodotti. La riduzione di prezzo è stata maggiore per i farmaci innovativi (-32,2%)». Inoltre, maggiore è l’impatto di un nuovo medicinale sul mercato e più incisiva si rivela l’azione dell’AIFA per ottenere un prezzo ridotto rispetto alla richiesta dell’impresa produttrice. In conclusione, si tratta di notizie positive anche se molto resta da fare soprattutto sul versante della valutazione di merito del valore aggiunto che i nuovi farmaci sono in grado di garantire realmente.

Un altro focus delle pagine che seguono è dedicato alla cronicità. L’Editoriale di Chiara Nardini e Federico Marchetti invita a riflettere sull’importanza delle parole nel percorso di cura (pag. 61). Sapersi connettere con gli altri è uno degli sforzi più grandi che viene richiesto quotidianamente a medici, infermieri, farmacisti e a tutti i professionisti che lavorano nella sanità. Un impegno ancora più importante quando la persona malata è alle prese con il dolore: le due rassegne di cui sono primi autori Silvia Cammarota e Federico Pennestrì sono solo apparentemente di interesse specialistico.

Stiamo per sfogliare pagine che descrivono quadri ancora in corso d’opera. Vengono in aiuto le parole del grande poeta Robert Frost scelte da Aakash Desai e Bishal Gyawali per chiudere un loro recentissimo articolo su eClinical Medicine: «The woods are lovely, dark and deep, But we have promises to keep, And miles to go before we sleep».

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