Valutazione del rischio tubercolare

La misura del rilascio di interferone gamma (IGRA: “interferon gamma release assay”) è una prova diagnostica che consente di valutare la risposta dell’interferone gamma (IFN-γ) ad antigeni specifici di Mycobacterium tuberculosis; questa prova è più sensibile e più specifica della prova cutanea alla tubercolina per la diagnosi di tubercolosi (tbc) latente (LTBI: “latent tbc infection”) e, inoltre, ha dimostrato una migliore correlazione con l’esposizione a M. tuberculosis. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti consigliano il metodo IGRA Quanti FERON TB-GOLD (QFT-G) per lo screening di LTBI in tutte le occasioni in cui è usata la prova cutanea alla tubercolina (Mazurek GH, Jereb J, Lobue P, et al. Division of Tuberculosis Elimination, National Center for HIV, STD and TB Prevention, Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Guidelines for using the Quanti FERON-TB Gold test for detection of Mycobacterium tuberculosis infection. United States. MMWR Recomm Rep 2005 Dec 16; 54: 49).
Sebbene i vantaggi del metodo IGRA nello screening della LTBI siano stati confermati, tuttavia permangono ancora dubbi sul suo ruolo nell’identificazione di una sospetta infezione tubercolare attiva, perché questo metodo ha rivelato, in tali evenienze, sensibilità e specificità variabili e spesso ha dato risultati subottimali (Winquist N, Bjorkman P, Noren A, et al. Use of a T-cell interferon gamma release assay in the investigation for suspected active tuberculosis in a low prevalence area. BMC Infect Dis 2009; 9: 105).
Recentemente è stato studiato il contributo di un metodo IGRA alla corretta stratificazione del rischio di sospetta tbc attiva (Metcalfe JZ, Cattamanchi A, Vittinghoff E, et al. Evaluation of quantitative IFN-γ rsponse for risk stratification of active tuberculosis suspects. Am J Respir Crit Care Med 2010; 181: 87).
Gli autori rilevano che in genere i casi sospetti di tbc vengono agevolmente identificati dalla positività del reperto di bacilli acido resistenti (AFB: “acid fast bacilli”) nello striscio; tuttavia, nei casi sospetti che presentano strisci negativi dell’espettorato o di altri tessuti, per classificarli in basso, intermedio e alto rischio di tbc attiva, si deve ricorrere ai dati clinici, radiografici e demografici, al fine di iniziare soltanto nei pazienti ad alto rischio, un trattamento specifico.
Gli autori hanno proposta una nuova classificazione dei metodi di valutazione del rischio, cercando di stabilire se l’aggiunta di un metodo IGRA, come il QFT-G, agli esami clinici di uso corrente consenta di migliorare la stratificazione del rischio in soggetti con sospetta tbc polmonare o extrapolmonare con striscio negativo.
Su 660 pazienti esaminati gli autori hanno osservato 65 casi (~10%) casi positivi, confermati dall’esame colturale. È stato rilevato che la probabilità di tbc attiva aumenta del 7% ad ogni raddoppio del livello di IFN-γ; inoltre l’aggiunta dei risultati quantitativi relativi all’IFN-γ ai dati clinici migliora la possibilità di diagnosi e consente di riclassificare correttamente il 32% dei soggetti con sospetta tbc nelle categorie a basso e ad alto rischio.
Tuttavia gli autori richiamano l’attenzione sul fatto che i risultati quantitativi relativi all’IFN-γ non migliorano in maniera significativa la corretta classificazione del rischio. In proposito si sottolinea che le modificazioni della previsione del rischio di tbc attiva, conseguenti ai risultati del metodo IGRA, non sono state uniformi; infatti, tra i soggetti a rischio alto o intermedio nei quali alla fine è stata esclusa una tbc attiva, l’aggiunta del metodo IGRA ha ridotto significativamente la probabilità di rischio indipendentemente dal sospetto di questo; il metodo IGRA dimostrerebbe, dunque, di avere un valore predittivo negativo, come indicato in precedenti studi ( Donasinjh PK, Hinks PS, Innes JA, et al. Improved diagnostic evaluation of suspected tubercu­­losis. Ann Intern Med 2008; 148: 325).
Concludendo, gli autori ritengono che i risultati del metodo IGRA migliorino la valutazione clinica dei soggetti con sospetta tbc a confronto con i criteri obiettivi; tuttavia, nella loro esperienza, riconoscono che la valutazione clinica soggettiva del rischio sia in definitiva migliore e che sono necessari ulteriori studi clinici.