Insidiosa barbarie

Rodolfo Saracci1

1Già Presidente della International Epidemiological Association.

Pervenuto su invito il 24 giugno 2018.

Riassunto. Alla riduzione del numero di migranti verso l’Italia per la rotta del Mediterraneo Centrale che tentano la traversata fa riscontro un netto aumento del rischio di perdere la vita per quelli che tentano. È possibile ipotizzare che al rafforzarsi delle barriere alla migrazione solo i più disperati, in peggiori condizioni globali (incluse quelle delle loro imbarcazioni) e a più alto rischio di morte, siano disposti a tentare la ventura. Qualunque sia la spiegazione, la mortalità in aumento indica che l’insieme dei dispositivi di salvataggio in mare è inadeguato e solleva la questione: la priorità operativa dell’Unione Europea è, come dichiarato, “salvare le vite in mare” o di fatto solo bloccare i flussi?

Insidious barbarism.

Summary. The number of migrants to Italy by the Central Mediterranean route is decreasing while the risk of dying of those attempting the crossing is markedly increasing. It can be hypothesized that with reinforced barriers to migration only the most desperate, in poorest overall conditions (including those of their boats) dare to try the crossing. Whatever the explanation the raising death rates at sea point to the inadequacy of the salvage system, raising the question of whether the priority of the European Union is , as declared, “to save lives at sea” or, de facto, only to reduce the migrants’ flow.

Molti meno migranti si imbarcano…

Nell’agosto 2016 scrivevo nel concludere la presentazione all’edizione italiana del libro di Michael Marmot “La salute disuguale – La sfida di un mondo ingiusto”1: «Tradirei la lettera e lo spirito del libro se passassi sotto silenzio che in quest’anno 2016 i governanti d’Europa stanno dando, con poche eccezioni, una dimostrazione di squallore morale e di cecità politica di fronte al dramma dei migranti, dei quali organizzano la miseria, la sofferenza e la perdita di vite, come ha vigorosamente denunciato anche l’organizzazione Medici senza Frontiere nel rifiutare le sovvenzioni sia dell’Unione Europea (UE) che dei governi».

A distanza di due anni si registra una drastica diminuzione delle domande di asilo nell’UE, passate da 1.261.000 nel 2016 (già ridotte rispetto al picco di 1.323.000 del 2015) a 705.000 nel 20172 e, all’opposto, una crescente e pressante domanda politica di “difesa” delle frontiere dell’Europa, concisamente espressa, tra altri ministri europei, dal ministro Salvini: «Il problema non è respingere i migranti all’interno dell’UE ma difendere le frontiere europee»3. In realtà, la difesa è già pienamente in atto, come mostra la tabella 1 che riporta i dati per la rotta definita dall’International Organization for Migration come del “Mediterraneo Centrale”: è questa la rotta di arrivo dei migranti in Italia (e Malta), mentre le due altre rotte − “Orientale” e “Occidentale” − coinvolgono rispettivamente Cipro e Grecia, e la Spagna.

Il numero di migranti arrivati in Italia per la via di mare è calato di quasi il 30%, da un numero medio di 169.000 nel triennio 2014-2016 (“plateau” di una crescita iniziata dai primi anni del secolo) a circa 120.000 nel 2017; nell’ipotesi che tutte le condizioni del 2017 rimangano invariate nel 2018, i 6161 arrivi dei primi tre mesi del 2018 si proiettano in una stima di meno di 50.000 arrivi per il 2018, un calo del 70% rispetto a quattro anni fa. Nell’ottica di difesa delle frontiere già adottata dai precedenti governi (a maggioranza PD) e dall’UE si tratta di un evidente successo dei provvedimenti attuati per bloccare il flusso di migranti.







… e più migranti rischiano di morire

In un’ottica di sanità, i risultati sono chiaramente un fallimento. L’ultima colonna della tabella 1 mostra come il rischio di mortalità per traversata marina sia andato aumentando, raggiungendo il 5% nel 2018 (per rendersi conto di cosa vuol dire si immagini di prendere un traghetto con 1000 passeggeri da Palermo a Genova: alla banchina di arrivo ci sono cinquanta casse da morto in attesa). In altre parole, alla riduzione del numero di migranti che tentano la traversata fa riscontro un netto aumento del rischio di perdere la vita per quelli che tentano. È possibile ipotizzare che al rafforzarsi delle barriere alla migrazione solo i più disperati, in peggiori condizioni globali (incluse quelle delle loro imbarcazioni) e a più alto rischio di morte, siano disposti a tentare la ventura. Qualunque sia la spiegazione, la mortalità in aumento indica che l’insieme dei dispositivi di salvataggio in mare è inadeguato e solleva la questione: la priorità operativa dell’UE è, come dichiarato5, “salvare le vite in mare” o di fatto solo bloccare i flussi? In questo contesto si inserisce il neo-formato governo italiano che ha immediatamente perseguito un obiettivo legittimo e necessario, affrontare con decisione lo scarica-barile dei paesi dell’UE in tema di migranti, con uno strumento improprio, il diniego di sbarco in Italia ai 629 civili della nave Aquarius. L’articolo 10, terzo capoverso della Costituzione recita: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge»6. Il blocco dell’accesso ai porti impedisce, insieme allo sbarco, la possibilità di verificare analiticamente e attendibilmente (cosa fattibile solo a terra) chi tra i migranti ha titolo all’asilo, e come tale nega a priori allo straniero che chiede di avvalersene un diritto che gli è garantito dalla Costituzione. Questo a prescindere da ogni altra considerazione, morale, umanitaria, sanitaria.

Insidiosa barbarie

Il ministro Salvini presenta la propria politica per i migranti come quella del “buon papà” che vuole prevenire lo sfruttamento da parte dei trafficanti. Purtroppo per lui, come per chiunque altro, il biglietto da visita del buon papà ha un valore zero: se l’essere un cattivo papà può in effetti deporre male per una persona, essere un buon papà non dice né garantisce nulla. Da millenni le guerre e i massacri che la specie umana si è inflitta non sono stati opera dei soli “cattivi”, come era bello credere da bambini: la scala delle violenze e stragi, fino a quelle odierne in Medio-Oriente, è così grande da essere possibile solo con l’estesa partecipazione, attiva e passiva, di milioni di persone “normali”, papà genuinamente buoni per i loro figli (i loro). Le politiche vanno quindi giudicate, lasciando da parte “il papà-buonismo”, solo per il loro merito.

Da questo punto di vista molte proposte politiche del ministro Salvini appartengono al genere “esiste sempre una soluzione semplice ad un problema complesso, ed è sbagliata”. Questo tipo di soluzioni semplicistiche, radicali e sbagliate nutrono l’insidia della barbarie quando mirano direttamente a persone e gruppi di persone nettamente designati, quali “migranti” o “Rom”. Non è umano lasciar vagare in condizioni (anche sanitarie) precarie nel Mediterraneo dei disgraziati – a maggior ragione se si ritiene siano vittime di trafficanti –, inclusi minori, bambini, donne incinte, ed è sorprendente che la ministra della Sanità non abbia speso almeno una parola di attenzione a questo proposito.

Sintomi simili si moltiplicano nel mondo occidentale: non è certamente umano il trattamento di separazione dai genitori e incarcerazione riservato dal presidente Trump ai figli di migranti arrestati, così come la carcerazione, anziché un’assegnazione a residenza, con i genitori dei figli minori riservato in Francia a migranti in attesa di espulsione7. Secondo un sondaggio, circa il 60% degli italiani approva la politica di chiusura dei porti8: non so se sia peggio che ne siano davvero convinti o che si tratti solo di un “mi piace” del pensare politico leggero in gran voga.

L’insidia della barbarie raramente regredisce in modo spontaneo, a meno che non venga contrastata prima che sia troppo tardi, permanente lezione del film di Bergman “L’uovo del Serpente”, ambientato nella Germania degli anni Trenta. Non si può contrastare l’insidia della barbarie se si tace. James Orbinski9, presidente di Medici senza Frontiere Internazionale, ha detto al momento di ricevere il Premio Nobel per la pace nel 1999: «Non siamo sicuri che le parole possano sempre salvare delle vite, ma sappiamo che certamente il silenzio è capace di uccidere».

Aggiungerei al silenzio l’indifferenza.

Pubblicato online su www.saluteinternazionale.info il 27 giugno 2018.

Conflitto di interessi: l’autore dichiara l’assenza di conflitto di interessi.

Bibliografia

1. Saracci R. Presentazione. In: Marmot M. La salute diseguale. La sfida di un mondo ingiusto. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2016.

2. Eurostat. Asylum statistics. https://bit.ly/1xHP3Yh (ultimo accesso 03/07/2018).

3. Ansa. Salvini meeting Conte for migrant talks. Ansa, 20.06.2018.

4. Elaborazione dei dati pubblicati periodicamente dall’International Organization for Migration.

5. European Commission. A European Agenda on Migration. COM 2015; 240 final. Brussels 13.5.2015, p.2. https://bit.ly/2KrshQ5 (ultimo accesso 03/07/2018).

6. La Costituzione della Repubblica Italiana. Firenze: Giunti Editore, 2011.

7. Birchem N. Migrants: la rétention d’enfants à nouveau dénoncée. La Croix 14/06/2018. https://bit.ly/2ur8W7H (ultimo accesso 03/07/2018).

8. Pagnoncelli N. Sondaggio. La politica dei porti chiusi convince il 59% degli italiani (e un elettore PD su tre). Corriere della Sera 16/06/2018. https://bit.ly/2JGmmX3 (ultimo accesso 03/07/2018).

9. Orbinski J. Médecins sans Frontières. Nobel Lecture, 1999. In: http://www.nobelprize.org.