In questo numero

Un Osservatorio particolarmente interessante quello di questo numero di Recenti progressi, che tocca tre aspetti tra i più importanti per la sanità: il rapporto tra il clinico e la tecnologia e il contributo concreto che questa può dare alla cura, l’analisi e la valutazione dei modi di manifestarsi della CoViD-19 e l’interpretazione dei fenomeni alla luce di ciò che è già noto e di quello che ancora non lo è, e infine il cambiamento organizzativo che la pandemia ha reso necessario nella sanità pubblica e nelle attività di ricerca.

Questi mesi drammatici hanno messo in evidenza in modo ancora più marcato l’importanza di usare bene le risorse a disposizione e misurare gli investimenti nell’assistenza e nella ricerca: le Comunicazioni brevi in questo numero mostrano quanta strada resti ancora da fare per migliorare la ricerca in ambito nutrizionale e quanta disparità di attenzione e di finanziamenti esista tra la ricerca sui medicinali e quella sulle cure non farmacologiche. La pubblicazione di queste due comunicazioni ricorda anche la funzione di sostegno e di orientamento che devono svolgere le riviste scientifiche per una qualità sempre migliore della ricerca e dei modi per comunicarla. Una terza comunicazione offre i risultati di un’indagine svolta nei centri di ricerca italiani per raccogliere informazioni sull’apporto dell’infermiere nell’attività di ricerca: c’è tantissima strada da fare.

Tornando sul tema dell’oculatezza nell’uso dei soldi – talvolta è meglio parlar chiaro – nel diluvio delle task force messe su in fretta e furia ai tempi della CoViD-19 una è mancata: quella sul disinvestimento da tutto ciò che abbiamo scoperto essere inutile nei mesi dell’emergenza. Il lavoro che in questi anni è stato fatto dagli autori dell’articolo che possiamo leggere a pag. 487 dovrebbe essere preso ad esempio da chi volesse applicare metodo e obiettivi ai tanti ambiti che meriterebbero un’analisi capace di dare indicazioni sui modi per spendere i soldi diversamente.

Una domanda che dobbiamo farci – non solo leggendo “In questo numero” – riguarda come dovrebbero cambiare le riviste scientifiche dopo queste terribili settimane del 2020. A oggi, Retraction watch ci informa che quasi trenta articoli sulla CoViD-19 sono stati ritirati dalle riviste che li avevano pubblicati. Alcuni sono usciti su riviste molto famose e continuano a essere citati da autori che non si sono accorti che quello che c’era scritto in quei lavori era spazzatura. Le riviste sono la gruccia che permette di sorreggere una medicina accademica che litiga al proprio interno pretendendo che gli indici bibliometrici siano la testimonianza di autorevolezza e credibilità. Ma non solo: l’editoria è complice di una medicina che oltre a falsificare dati e informazioni ignora le donne1 e che – anche per inseguire impact factor sempre più alti – ha smesso di promuovere il dibattito.

Bisogna cambiare strada: «Anche quando una base di evidenze sembra stabilita, persone diverse giungeranno a conclusioni diverse sulla base delle stesse prove. Quando la base di prove è nelle fasi iniziali, le divergenze saranno maggiori. Quando i conflitti epistemici rimangono non riconosciuti e ignorati possono essere distruttivi. Ma se emergono e si discutono, interpretazioni diverse possono aiutarci in modo produttivo ad accettare tutte le opzioni come imperfette richiedendo una negoziazione tra una serie di attori in un sistema che sappiamo essere complesso. Se vi è rispetto reciproco e spazio per mettersi d’accordo, questi conflitti possono essere incanalati in soluzioni che comprendono facce diverse. Tutti affrontiamo la stessa pandemia, ma le nostre conoscenze, visioni del mondo e valori differiscono. Invece di demonizzare gli altri per le loro interpretazioni alternative, dovremmo riconoscere e salutare con interesse le diverse prospettive di chi si impegna con rigore lavorando su dati inevitabilmente imperfetti. In questo contesto, la ricerca purista di una illusoria verità unidimensionale è destinata al fallimento. Al contrario, dobbiamo generare e collaborare per raggiungere “goffi e accettabili punti di arrivo”»2.

Bibliografia

1. Chatfield C, Hurley R, Ladher N, Loder E, Richards M, Schroter S. Where are the women on covid-19? Mostly missing. BMJ Blogs 2020; 25 giugno.

2. Rutter H, Wolpert M, Greenhalgh T, Managing uncertainty in the covid-19 era. BMJ Blogs 2020; 22 luglio.