Maria Antonia Modolo




LUCA DE FIORE

Controcorrente. Come donna, come medico, come cittadina: è stata così Antonia Modolo, grande e indimenticabile amica della casa editrice, morta a Perugia il 26 novembre scorso. Figlia di un generale sardo e di una ragazza di Spoleto, decise di andare a Roma a fare l’università per diventare medico: nessuno prima nella sua famiglia. Dopo quattro anni di esami rientrò a Perugia varcando finalmente la soglia dell’Istituto di Igiene allora diretto da Alessandro Seppilli. Con il “Professore”, iniziarono l’avventura del Centro sperimentale di educazione sanitaria, affiliato all’Organizzazione mondiale della sanità. La parola chiave non era “educazione sanitaria” ma “sperimentale” che caratterizza ancora oggi due personalità realmente straordinarie come quelle di Modolo e Seppilli. A dirla tutta, ogni tanto Antonia sottolineava la propria impazienza nei confronti di un’espressione alla quale preferiva quella di “promozione della salute”.

A Londra, nel 1953, proprio grazie a una borsa di studio dell’Oms, cominciò quella che a Vanna Ugolini – giornalista del quotidiano Il Messaggero – confidò sia stata la sua seconda vita. «Fumavo, nel college, perché non sapevo bene l’inglese e così cercavo di darmi un contegno», confessava in una bella intervista1. Forse proprio questa sua particolare intelligenza – che si traduceva in una inusuale capacità di leggere i comportamenti e le situazioni – la portarono a diventare una delle prime e più appassionate protagoniste del contrasto al tabagismo nel nostro Paese.

Passavano gli anni e – anche per effetto della strettissima collaborazione con Seppilli – Antonia Modolo fu tra le principali costruttrici della riforma sanitaria del 19782: il lavoro iniziò molti anni prima, un’attività paziente e di grande spessore politico, finalizzata a mediare le diverse posizioni così da arrivare a una sintesi condivisa dalla grande maggioranza del Parlamento italiano. La legge di riforma integrava cinque diversi disegni di legge che avevano la firma di parlamentari di altrettanti partiti, dalla Democrazia cristiana al Partito comunista italiano, mantenendosi nel solco dei principi della Dichiarazione di Alma Ata, uno dei documenti a cui Antonia più era legata e che traspariva ripetutamente tra le righe di una legge che definiva il servizio sanitario nazionale come «il complesso delle funzioni, dei servizi e delle attività destinate alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica»3.

Una delle cose che Antonia più aveva a cuore era la partecipazione dei cittadini nel servizio sanitario nazionale. Una partecipazione diretta e da protagonisti, intermediata dalle strutture del sistema che, precisava, «non creano il progresso, ma possono agevolarlo od ostacolarlo, nella misura in cui consentono alle esigenze che vanno maturando nella popolazione di esprimersi e di trovare adeguata soluzione»2. Così scriveva nel 1988: «Partecipazione, vale a dire “prendere parte”, nel descrivere la situazione, analizzarla, approfondirla e, in base a nuovi elementi conoscitivi, proporre l’azione. In un rapporto condiviso, nel rapporto tra professionisti e cittadini, tra medico e paziente. In un rapporto di ascolto, rispetto ai bisogni e alla valutazione delle possibili risposte. È, in conclusione, adottare una linea etica nell’impostare metodi e approcci che tengano conto della centralità della “persona” e delle sue esperienze. È un problema etico, perché di metodo, concerne il comportamento professionale»4.

Da cittadina, accettò di essere candidata alle elezioni politiche del 1994, risultando eletta al Senato della Repubblica per la dodicesima legislatura. Fu membro della 12a Commissione permanente Igiene e Sanità e della 13a (Territorio, ambiente, beni ambientali).

Bibliografia

1. Ugolini V. La ragazza di Spoleto che pensò la nuova sanità. Il Messaggero, 2013.

2. Seppilli A, Mori M, Modolo MA. Significato di una riforma. Motivazione e finalità del progetto di riforma sanitaria. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 1972-1978.

3. Taroni F. Politiche sanitarie in Italia. Il futuro del SSN in una prospettiva storica. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2011.

4. Modolo MA. Partecipazione nuovo obiettivo. Individuare un metodo. La Salute Umana 2001; 172.