In questo numero

La vigilia del congresso dell’American association of medical oncology è stata turbata dalla notizia delle dimissioni di Axel Grothey dalla direzione della Division of Hematology and Medical Oncology at Mayo Clinic Scottsdale e dalla cattedra di oncologia alla Mayo Clinic medical ­school. In realtà a Grothey era stata semplicemente lasciata la scelta tra le dimissioni e il licenziamento dopo tre casi di cattiva condotta sessuale che lo hanno visto protagonista negli ultimi mesi. I comunicati delle istituzioni che hanno deciso di allontanare Grothey sono correttamente laconici ma lasciano delle incertezze su quanto sia accaduto1.

Grothey è stato autore di 32 pubblicazioni indicizzate in PubMed nel 2020 e di 12 nel 2021 fino ad oggi. Il suo nome figura in 12 abstract che saranno presentati al congresso Asco nel giugno 2021.

A questo proposito, alle pessime abitudini sessuali di non pochi maschi che occupano ruoli di potere, si aggiunge “il maschilismo dei dati” (dal titolo di un meeting online promosso dalla Biblioteca Alessandro Liberati del Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario della Regione Lazio nel maggio 2021) che si riflette nella sistematica discriminazione delle donne nella disseminazione della ricerca. In ambito oncologico il numero di medici donne è in aumento, soprattutto in alcune sotto-discipline. Nonostante una tendenza incoraggiante, persistono differenze di genere sostanziali nelle pubblicazioni di oncologia2 e la visibilità delle donne specialiste in oncologia non sembra riflettere la loro maggiore presenza nelle università e nei centri di ricerca3.

Uno studio condotto sugli abstract presentati ai congressi Asco e della European society of medical oncology (Esmo) ha mostrato come alle donne sia lasciata sistematicamente minore visibilità rispetto agli uomini, sia in termini di firma dei documenti, sia di presentazione orale dei contenuti4.

Promuovere lo “sguardo delle donne” nella ricerca oncologica andrebbe non soltanto a vantaggio della rappresentanza femminile ai diversi livelli accademici ma avrebbe un impatto fondamentale anche nella completezza della ricerca e dell’interpretazione dei suoi risultati.

Quindi, se “In questo numero” troveremo un numero di firme femminili inadeguato, è importante (almeno) sapere che per la nostra rivista questo è un problema sentito. Stiamo cercando di risolverlo riequilibrando la composizione del comitato scientifico e quella dei revisori che così cortesemente accettano di valutare gli articoli proposti per la pubblicazione.

Bibliografia

1. Prominent GI oncologist Axel Grothey was forced out of Mayo Clinic for unethical sexual relationships with women he mentored. Cancer Letter 2021; 21 maggio.

2. Dalal NH, Chino F, Williamson H, et al. Mind the gap: gendered publication trends in oncology. Cancer 2020; 126: 2859-65.

3. Yalamanchali A, Zhang ES, Jagsi R. Trends in female authorship in major journals of 3 oncology disciplines, 2002-2018. JAMA network open 2021; 4: e212252.

4. Dijksterhuis WP, Stroes CI, et al. From presentation to paper: gender disparities in oncological research. Intern J Cancer 2020; 146: 3011-21.