Paul Farmer

Redazione di Recenti Progressi in Medicina




Paul Farmer è morto il 21 febbraio 2022 all’età di 62 anni per un improvviso infarto miocardico acuto. Docente alla Kolokotrones University e presidente del Dipartimento di salute globale e medicina sociale della Harvard Medical School, ha anche diretto la Divisione di equità sanitaria globale al Brigham and Women’s Hospital di Boston e co-fondatore e coordinatore della strategia operativa della organizzazione Partners In Health. Farmer e il gruppo di collaboratori da lui formato hanno aperto la strada a nuove strategie di presa in carico della salute di comunità che hanno avuto il pregio di dimostrare come sia possibile fornire assistenza sanitaria di alta qualità in contesti poveri di risorse. Membro dell’Accademia americana delle arti e delle scienze e dell’Istituto di medicina della National Academy of Sciences, ha ricevuto la medaglia per la Public Health nel 2018.

È autore di numerosi libri: “In the Company of the Poor”; “Reimagining Global Health: An Introduction”; “To Repair the World”. Il suo libro più recente è stato pubblicato nel novembre 2020: “Fevers, Feuds, and Diamonds: Ebola and the Ravages of History”.

Faceva concretamente “medicina sociale”, sostenendo che non aveva senso trattare le malattie per poi rimandare i pazienti nelle stesse disperate situazioni che avevano compromesso la loro salute: la malattia ha radici sociali e deve essere affrontata ricostruendo e sanando le strutture sociali. Il suo lavoro con Partners in Health ha influenzato in modo significativo le strategie di salute pubblica per rispondere alla tubercolosi, all’HIV ed Ebola.

Come ha ricordato il New York Times, «nel 2020, quando gli è stato assegnato il Premio Berggruen da 1 milione di dollari, assegnato ogni anno a un influente leader del pensiero, il presidente del comitato del premio ha detto che Farmer ha cambiato il nostro modo di considerare la salute come un diritto umano e gli obblighi etici e politici che ne conseguono»1. Attivamente coinvolto nella risposta alla pandemia di covid-19, ha spinto l’amministrazione Biden a far cadere le barriere di proprietà intellettuale che impedivano alle aziende farmaceutiche di condividere la loro tecnologia.

«Ciò che è più importante è il modo con cui Farmer ha messo a frutto la sua intelligenza» ha scritto David von Drehle sul Washington Post2. Mosso dall’esperienza di stringere amicizia e lavorare al fianco dei migranti haitiani durante la sua giovinezza anticonformista e i suoi anni universitari, Farmer si è formato come medico e ha aperto un ambulatorio sull’altopiano centrale di Haiti. A partire da questa esperienza ha fondato con dei colleghi Partners in Health (PIH), un’organizzazione che mette davvero i poveri al centro del proprio lavoro. Il suo operato durante la crisi causata dall’Aids a Haiti è quasi leggendario: Farmer si recava di casa in casa per fornire farmaci antivirali, provando come anche i contadini più poveri avrebbero potuto essere curati e sopravvivere alla malattia.

In un articolo tutto da leggere uscito su Vox, Keren Landman scrive che «la fortuna e il tempismo potrebbero essere stati dalla parte di Farmer, ma la chiarezza di alcuni punti chiave sono alla base di alcuni dei suoi più grandi successi nel sfidare la disperazione e nel portare a un cambiamento sociale sostenibile. Per tutti coloro che soffrono per la perdita prematura di un guerriero per i poveri – e altri che stanno appena imparando a conoscere Farmer per la prima volta – la sua vita offre lezioni su come aiutare le persone bisognose e creare le comunità che vogliamo. Può servire come una tabella di marcia per tornare alla speranza»3. Quali sono dunque i punti essenziali dell’azione di Farmer? Coinvolgere le comunità, accettare di lavorare con le istituzioni che detengono il potere anche se contrarie ai propri principi, raccogliere i dati per restituire un racconto positivo di ciò che si è fatto, provocare inquietudine sulle iniquità del mondo per sollecitare all’azione.

Per concludere questo ricordo, ancora una frase dalla nota di von Drehle: «Fermati un momento, per favore. Un modo in cui gli esseri umani affrontano la sofferenza è quello di mettere uno spazio psichico tra noi stessi e gli afflitti. Potremmo dire che le persone sono povere perché in qualche modo è anche colpa loro, prive di iniziativa o creatività o della capacità di essere buoni genitori, oppure sono solo sfortunati. Farmer e Partners insistono sul fatto che coloro che soffrono non sono diversi. Le società sono strutturate in modo da ostacolarle e, se la struttura sociale ed economica viene modificata, fioriranno. Curare le malattie fisiche senza tentare di ristrutturare la società liberandola è disumano».




Bibliografia

1. Barry E, Traub A. Paul Farmer, pioneer of global health, dies at 62. New York Times 2022; 21 febbraio.

2. von Drehle D. To Paul Farmer, healing the poor meant meeting their basic human needs. Washington Post 2022; 4 marzo.

3. Landman K. 4 lessons from the life of global health visionary Paul Farmer. Vox 2022; 25 febbraio.