La variabilità regionale del cancro del colon-retto in Italia: l’importanza dei fattori di rischio e dello screening

Alessandro Elias Dimitrio1, Emma Maria Ugolini2, Leila Farsakh1, Pierpaolo Giordano3, Chiara Pizzolo4

1Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione, Sapienza Università di Roma; 2Centro interdisciplinare di scienze mediche (CISMed), Università di Trento; 3Dipartimento di Scienze della salute (Dss), Università Magna Græcia, Catanzaro; 4Dipartimento di Medicina interna e specialità mediche (Dimi), Università di Genova.

Poster presentato al Convegno “4words2023”, Roma 11 maggio 2023.

Obiettivi

Il cancro del colon-retto (Crc) è una delle neoplasie più incidenti in Italia1.

Considerando le caratteristiche del Crc, la diagnosi precoce è essenziale poiché è associata a una maggiore possibilità di successo del trattamento, una migliore prognosi e una maggiore sopravvivenza a lungo termine2.

Le regioni italiane differiscono tra loro per popolazione, stili di vita, alimentazione ed età media, il che si riflette anche sulle statistiche relative alla diffusione del Crc.

Considerando l’ampia variabilità di implementazione e partecipazione ai test di screening, abbiamo provato a comprendere quanto queste stesse metodiche avessero influito sulla variabilità tra le regioni in termini di mortalità e incidenza.

Materiali e metodi

Sono stati raccolti i dati di incidenza e decessi per Crc nel 2018 dalla banca dati Airtum (Associazione italiana registri tumori)3 e servendosi della piattaforma Sorveglianza Passi4 la percentuale di individui tra i 50 e i 69 anni di età che hanno eseguito una colonscopia tra il 2015 e il 2018.

Attraverso regressioni lineari abbiamo valutato l’associazione tra fattori di rischio, screening e decessi.

Risultati

I risultati mostrano che tra i fattori di rischio l’età della popolazione ha una correlazione maggiore con la mortalità per Crc rispetto al numero di colonscopie eseguite (figura 1).




 Inoltre, tra il numero di colonscopie eseguite e la mortalità per Crc vige una modesta correlazione negativa.

Conclusioni

Nonostante la dimostrata capacità dei programmi di screening di ridurre la mortalità per Crc5 e l’importante variabilità di implementazione nelle diverse regioni, le statistiche presentano un’apparente omogeneità. Le regioni che non dispongono di programmi di screening mostrano, infatti, una mortalità relativamente paragonabile a quelle regioni dove invece c’è una partecipazione più importante.

Questo è plausibilmente dovuto alla differente distribuzione di fattori di rischio nelle diverse aree del Paese. Si può concludere quindi che il peso del Crc nelle regioni dipende poco dalle metodiche di screening adottate, ma molto di più dai diversi e singolarmente minori fattori di rischio.

Bibliografia

1. AIOM. I numeri del cancro in Italia 2022. Disponibile su: https://lc.cx/1x6_5r [ultimo accesso 4 luglio 2023].

2. Zorzi M, Urso EDL. Impact of colorectal cancer screening on incidence, mortality and surgery rates: evidences from programs based on the fecal immunochemical test in Italy. Dig Liver Dis 2023; 55: 336-41.

3. AIRTUM. I numeri del cancro in Italia 2018. Disponibile su: https://lc.cx/Z1ywjb [ultimo accesso 4 luglio 2023].

4. EpiCentro. Screening colorettale dati sorveglianza Passi. Disponibile su: https://lc.cx/4WMbL2 [ultimo accesso 4 luglio 2023].

5. Bucchi L, Mancini S, Baldacchini F, et al.; Emilia-Romagna Region Workgroup for Colorectal Screening Evaluation. How a faecal immunochemical test screening programme changes annual colorectal cancer incidence rates: an Italian intention-to-screen study. Br J Cancer 2022; 127: 541-8