Indagine conoscitiva sulla violenza di genere tra i giovani residenti nel distretto di Oyam, Uganda

Umberto Farina1, Cristina Coppola2, Giovanni Dall’Oglio3, Monica Alupu3, Eric Ogwang3, Christopher Bingom3, Polycap Ogwal3, Francesco Di Gennaro4,5, Claudia Marotta4, Vladimiro Francesco Segala5, Elda De Vita5, Giulio Iacob3,6, Francesca Tognon4, Giovanni Putoto4, Domenico Martinelli1, Rosa Prato1, Francesca Fortunato1

1Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva, Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche, Università di Foggia; 2Direzione sanitaria aziendale, Asl Bari; 3Doctors with Africa, CUAMM, Uganda; 4Operational Research Unit, Doctors with Africa CUAMM, Padova; 5Clinica universitaria Malattie infettive, Università di Bari “Aldo Moro”; 6Ospedale San Giuseppe Multimedica, Milano.

Poster presentato al Convegno “4words2023”, Roma 11 maggio 2023.

Analogamente alle precedenti pandemie è stato osservato un aumento degli episodi di violenza di genere (Gbv) anche durante Covid-191. In questo lavoro, sono state indagate le opinioni e le esperienze personali sul tema della Gbv nel distretto di Oyam.

Le informazioni sono state raccolte attraverso un questionario anonimo, somministrato tra maggio e settembre 2022 ai giovani partecipanti ai focus group organizzati dalla Ong Cuamm Medici con l’Africa nei centri di salute di Oyam.

Hanno risposto 129 soggetti, il 71,3% di sesso femminile (età media: 20 anni). Il 76,7% ha riferito un basso livello di istruzione, il 50,4% aveva un’occupazione, il 70,5% viveva in un’area rurale.

In merito alle opinioni sulla Gbv, il 72,8% era concorde che la forma di violenza più comune fosse quella fisica, seguita da quella economica (60,4%), psicologica (57,8%) e sessuale (49,6%) (figura 1).




Quasi l’80% dei rispondenti riteneva che a commettere più frequentemente abusi fossero gli uomini e i partner; oltre l’80% era d’accordo a parlarne con familiari e amici.

Il 12,4% era d’accordo che nulla potesse giustificare un atto di violenza, mentre oltre il 70% riteneva che la gelosia o l’inabilità della donna a ricoprire il ruolo di moglie o madre potesse legittimarlo.

In base all’esperienza personale, gli episodi di violenza sono risultati in aumento durante il lockdown (figura 2).




L’indagine conferma che la violenza e l’accettazione di essa rappresentano un problema ancora rilevante in Uganda e che le restrizioni dovute al lockdown hanno peggiorato la situazione. Appare indispensabile pertanto continuare l’implementazione di programmi di prevenzione e risposta alla violenza di genere da parte delle organizzazioni non governative e dai governi locali.

Bibliografia

1. Mittal S, Singh T. Gender-based violence during COVID-19 pandemic: a mini-review. Front Glob Womens Health 2020; 1: 4.