“Una banale influenza?

Storia di una malattia sottovalutata”

di Domenico Ribatti




Massimo Galli, professore di Malattie infettive presso l’Università degli Studi di Milano dal 2000 al 2021, ha scritto una monumentale storia dell’influenza corredata da 100 pagine di fitte note e di riferimenti bibliografici. L’autore pare abbia voluto riversare in questo saggio decenni di conoscenze in questo ambito insieme ad una grande passione per la storia. L’influenza si diffonde nel mondo in epidemie stagionali che causano, annualmente, oltre 5 milioni di casi gravi e da 250.000 a 500.000 morti. Nelle aree temperate le epidemie si presentano soprattutto in inverno, mentre nei paesi tropicali ed equatoriali possono diffondersi in ogni stagione. Le grandi pandemie di influenza sono meno frequenti. Nel ventesimo secolo se ne sono verificate tre: nel 1918, 1957 e 1968, che sono identificate comunemente in base alla presunta area di origine: Spagnola, Asiatica e Hong Kong, causate da tre sottotipi antigenici differenti del virus dell’influenza A, rispettivamente: H1N1, H2N2, e H3N2. Tutte le grandi pandemie precedenti e susseguenti la Spagnola originarono probabilmente in Asia, in quell’area vasta compresa tra la Russia siberiana e la Cina occidentale. Verso la metà del 1800, il virus dell’influenza ha subito un cambiamento radicale, e la nuova variante ha rimpiazzato in tempi estremamente rapidi gran parte della precedente diversità genetica. Negli ultimi venti anni numerosi microrganismi hanno causato epidemie in diverse zone del pianeta o rappresentato una minaccia pandemica: tra questi, alcuni virus influenzali, H5N1 dell’aviaria nel 1997, la variante “suina” H1N1 nel 2009, un altro virus degli uccelli, H7N9, nel 2013, il coronavirus responsabile della SARS nel 2003, fino al recente SARS-CoV-2, che ha causato 500 milioni di casi e 6 milioni di morti a livello planetario.

Visto l’altissimo impatto sociosanitario, i virus influenzali sono costantemente oggetto di numerose ricerche, che si avvalgono delle tecnologie più moderne, per conoscerne le caratteristiche e mitigarne gli effetti. È innegabile l’efficacia della vaccinazione come miglior mezzo per prevenire l’influenza e le sue complicanze con un rapporto costo-beneficio e costo-efficacia assolutamente positivo, come dimostrato da studi su diverse tipologie di popolazione. Il tasso di infezione è più alto nella fascia pediatrica ma le complicanze gravi e le morti correlate sono maggiori negli anziani e nei pazienti portatori di patologie croniche.

Diversi fattori favoriscono la mancata eliminazione di vecchi patogeni, la emersione di nuovi e la loro diffusione. Tra questi: l’urbanizzazione, la modificazione del clima e l’inquinamento; la crescita della popolazione, la povertà e le disuguaglianze sociali ed economiche, la malnutrizione, la carenza idrica; una organizzazione sociosanitaria deficitaria, guerre, migrazioni di milioni di individui, rifugiati e creazione di campi profughi; viaggi, uso improprio di antibiotici e antivirali, invecchiamento della popolazione. Come scrive Giovanni Rezza nella prefazione: «Il libro esplora il passato, pur usando la giusta cautela dovuta alla carenza di informazioni essenziali sulla diagnostica e la biologia del virus, e ci proietta verso il presente e il futuro». Una lettura, quella del saggio del professor Galli – che tutti ricordiamo ai tempi della pandemia da Covid-19 per la sua saggezza e la sua fermezza –, di grande interesse e fascino, che convince pienamente il lettore del fatto che questa malattia non vada assolutamente sottovalutata.