La cittadinanza può aiutare ad analizzare il rischio di sottoimmunizzazione nella popolazione straniera?

Chiara Primieri1, Carla Bietta1

1Servizio Epidemiologia, Dipartimento di Prevenzione, Azienda Usl Umbria 1.

Pervenuto il 16 maggio 2024. Non sottoposto a revisione critica esterna alla redazione della rivista.

Riassunto. Stanno emergendo prove di atteggiamenti diffidenti nei confronti della vaccinazione di alcune sottopopolazioni di migranti in Europa, che corrono un rischio maggiore di sottoimmunizzazione. La pandemia di Covid-19 ha evidenziato disparità sanitarie anche a livello nazionale: sono stati documentati livelli più bassi di assunzione del vaccino anti-Covid-19 nella popolazione immigrata rispetto a quella dei cittadini italiani e una sostanziale eterogeneità nella copertura vaccinale della prima dose all’interno della popolazione immigrata. In base alla cittadinanza degli immigrati, sono state osservate coperture elevate nei soggetti provenienti dal Sud-Est asiatico e dall’America centro-meridionale mentre gli europei dell’Est hanno mostrato le coperture più basse. Questi dati suggeriscono che tenere conto della cittadinanza degli immigrati può aiutare a definire strategie adeguate al fine di promuovere un approccio personalizzato ai problemi sanitari e rafforzare la diffusione delle vaccinazioni.

Can citizenship help analyze the risk of underimmunization in the foreign population?

Summary. There is emerging evidence of distrustful attitudes towards vaccination of some sub-populations of migrants in Europe, that are at higher risk for under-immunisation. The Covid-19 pandemic has highlighted health disparities also at a national level: lower levels of Covid-19 vaccine uptake in immigrants’ population compared with Italian citizens and a substantial heterogeneity in the first-dose vaccine coverage within immigrants’ population have been documented. According to immigrants’ citizenship, high coverages were observed in subjects from Southeast Asia and from South-Central America while Eastern Europeans showed the lowest coverages. These data suggest that taking into account immigrants’ citizenship can help define appropriate strategies in order to promote a personalized approach to health problems and to strengthen vaccination uptake.

Dalla letteratura scientifica è noto che alcune sottopopolazioni di immigrati in Europa sono a rischio di minore immunizzazione per i vaccini di routine e hanno atteggiamenti tendenzialmente più diffidenti nei confronti della vaccinazione rispetto alla popolazione nativa. Gli immigrati devono affrontare ostacoli ben documentati nell’accesso all’assistenza sanitaria, e anche nel processo di vaccinazione possono incontrare numerose barriere, da quelle linguistiche e comunicative, a quelle imputabili all’organizzazione dei servizi sanitari. Anche fattori socioculturali e legati alla sfiducia nelle autorità, alla misinformazione e alla non corretta conoscenza o percezione del rapporto rischio-beneficio della vaccinazione possono influenzare in modo rilevante la decisione di vaccinarsi. L’origine geografica e la migrazione recente sono state individuate come fattori particolarmente associati alla sottovaccinazione nelle popolazioni immigrate in Europa1. La pandemia da Covid-19 ha messo in luce importanti disuguaglianze sanitarie: sempre più evidenze mostrano, anche in un contesto emergenziale, una maggiore riluttanza ad accettare la vaccinazione in alcune sottopopolazioni di stranieri e minoranze etniche, con conseguente maggiore impatto della malattia2. Una recente revisione sistematica relativa al periodo pandemico ha valutato le attitudini nei confronti della vaccinazione anti-Covid-19 degli immigrati di prima generazione nei Paesi europei in relazione a età, sesso, Paese di origine, livello di istruzione, condizioni lavorative e di salute, confermando l’influenza del Paese di origine sulla disponibilità a vaccinarsi. In particolare, in diversi studi è stata riscontrata una marcata esitazione vaccinale nelle popolazioni provenienti dai Paesi dell’Europa orientale, che sembra riflettere una scarsa fiducia che queste popolazioni hanno nei confronti delle autorità, dei servizi sanitari e dei vaccini, legata a radici culturali. Inoltre, tra gli immigrati non europei, quelli di origine asiatica sono risultati più disposti a vaccinarsi contro il Covid-19, mentre gli africani hanno mostrato un maggiore grado di esitazione3.

Anche in Italia è stata documentata una maggiore esitazione nei confronti del vaccino anti-Covid-19 all’interno della popolazione straniera4,5. Tuttavia dobbiamo considerare che l’utilizzo di un dato complessivo, relativo all’intera popolazione straniera, estremamente eterogenea e interessata da diversi determinanti sociali di salute, non permette di evidenziare possibili differenze di comportamento tra diversi sottogruppi di stranieri. Poiché la cittadinanza unisce sia caratteristiche legate al background di provenienza sia scelte identitarie, abbiamo voluto valorizzare tale variabile per cercare di definire in modo più preciso il fenomeno dell’esitazione vaccinale in una popolazione di per sé fortemente variegata. A partire da un primo studio di popolazione che ha confermato anche all’interno della popolazione umbra la minore adesione alla campagna di vaccinazione anti-Covid-19 degli stranieri rispetto agli italiani6, con conseguente maggiore suscettibilità alla malattia e peggiori outcome di salute7, è stato approfondito il ruolo delle diverse cittadinanze. L’analisi condotta su oltre 50.000 soggetti residenti, domiciliati e assistiti in Umbria, vaccinabili e maggiorenni, distinti in 13 diverse cittadinanze estere rappresentate da almeno 1.000 individui, corretta per età, sesso e condizioni di salute, ha evidenziato una forte eterogeneità tra le cittadinanze considerate. Le percentuali di mancata adesione si sono attestate tra il 5% nella popolazione filippina a oltre il 25% in quella rumena, che, oltre a essere risultata la popolazione meno aderente alla vaccinazione, è anche quella numericamente più consistente. Considerate singolarmente, circa la metà delle cittadinanze prese in esame mostrano percentuali di non adesione inferiori o paragonabili a quella degli umbri con cittadinanza italiana: in particolare, le popolazioni più aderenti sono quelle provenienti dall’Asia sud-orientale e dall’America centro-meridionale, mentre quelle provenienti dall’Europa orientale sono tendenzialmente meno aderenti. Questi risultati sono coerenti con quelli riportati da un recente studio, effettuato in 4 regioni italiane, che ha riscontrato le stesse associazioni tra coperture vaccinali anti-Covid-19 e area di origine degli immigrati8. La complessiva sottoimmunizzazione nella popolazione straniera sarebbe quindi dovuta fondamentalmente al contributo di alcune specifiche cittadinanze, numericamente molto consistenti nel contesto italiano, che necessitano di una particolare attenzione in un’ottica di sanità pubblica.

In generale, date le forti differenze tra cittadinanze nell’adesione alla vaccinazione anche in una condizione emergenziale e complessa come quella dovuta alla pandemia da Covid-19, gli interventi di sanità pubblica dovrebbero tener conto delle diverse specificità socioculturali. L’eterogeneità di comportamento riscontrata può dipendere da diversi elementi spesso non facilmente valutabili e quantificabili, come l’influenza del Paese di origine, il livello socioeconomico e il reale livello di integrazione. La disponibilità di dati stratificati per variabili rilevanti per la popolazione straniera come la cittadinanza, il Paese di nascita, la durata della permanenza in Italia, il Paese di origine dei genitori, le ragioni della migrazione, la conoscenza della lingua italiana, nonché il sesso, il livello socioeconomico, il titolo di studio, l’occupazione e il tipo di lavoro, è importante per evidenziare esigenze di prevenzione e cura eventualmente non soddisfatte in sottogruppi di popolazione più vulnerabili9. Poiché la cittadinanza racchiude in sé tutta una serie di aspetti socioeconomici, culturali e di integrazione, il suo utilizzo potrebbe in parte mitigare gli effetti della mancanza di informazioni potenzialmente molto rilevanti ma molto spesso non disponibili dai flussi informativi correnti. Pur non consentendo di determinare le motivazioni dell’eterogeneità di comportamento, la cittadinanza potrebbe rappresentare un proxy della componente socioculturale che, pur in un contesto di integrazione come quello relativo alla popolazione residente, continua a esprimere le sue caratteristiche; potrebbe inoltre essere di aiuto anche in contesti di minore integrazione, come nel caso degli stranieri temporaneamente presenti, altrimenti difficilmente considerabili a livello di popolazione. Tenere conto delle diverse cittadinanze potrebbe quindi contribuire a rendere più penetranti le azioni di prevenzione e cura, garantendo sempre più un approccio personalizzato ai problemi di salute e consentendo di rivolgersi in modo sempre più mirato ed efficace verso quegli specifici segmenti di popolazione che ne hanno maggiore necessità.

Conflitto di interessi: gli autori dichiarano l’assenza di conflitto di interessi.

Bibliografia

1. Crawshaw AF, Farah Y, Deal A, et al. Defining the determinants of vaccine uptake and undervaccination in migrant populations in Europe to improve routine and COVID-19 vaccine uptake a systematic review. Lancet Infect Dis 2022; 22: e254-e266.

2. European Centre for Disease Prevention and Control. Reducing COVID-19 transmission and strengthening vaccine uptake among migrant populations in the EU/EEA. ECDC Technical report; 3 June 2021. Disponibile su: https://lc.cx/LGTRqn [ultimo accesso 29 maggio 2024].

3. Gualdi-Russo E, Zaccagni L. COVID-19 vaccination and predictive factors in immigrants to Europe a systematic review and meta-analysis. Vaccines 2024; 12: 350.

4. Contoli B, Tosti ME, Asta F, et al. Exploring COVID-19 vaccination willingness in Italy a focus on resident foreigners and Italians using data from PASSI and PASSI d’Argento surveillance systems. Vaccines 2024; 12: 124.

5. Primieri C, Bietta C, Giacchetta I, Chiavarini M, de Waure C. Determinants of COVID-19 vaccination acceptance or hesitancy in Italy an overview of the current evidence. Ann Ist Super Sanita 2023; 59: 10-25.

6. Primieri C, Chiavarini M, Giacchetta I, de Waure C, Biet­ta C. COVID-19 vaccination actual uptake and potential inequalities due to socio-demographic characteristics a population-based study in the Umbria region Italy. Vaccines 2023; 11: 1351.

7. Gili A, Caminiti M, Lupi C, et al. Socio-economic factors associated with ethnic disparities in SARS-CoV-2 infection and hospitalization. Int J Environ Res Public Health 2023; 20: 6521.

8. Ferroni E, Gennaro N, Maifredi G, et al. Access to SARS-CoV-2 vaccination in immigrants in Italy by geographical area of origin. Vaccine 2024; 42: 375-82.

9. Declich S, Dente MG, De Ponte G, et al. Vaccinations for migrants and refugees during and after Covid-19. Migration Task Force Policy brief; September 2021. Disponibile su: https://lc.cx/qsN5Hu [ultimo accesso 29 maggio 2024].