Operatori sanitari e medici uccisi a Gaza

Fadi Al-Wadiya è stato ucciso il 25 giugno 2024 in un attacco effettuato con dei droni dalle forze militari israeliane a Gaza City, in Palestina. L’attacco ha ucciso Fadi, insieme ad altre cinque persone tra cui tre bambini, mentre si recava al lavoro in bicicletta, vicino alla clinica di Medici senza Frontiere dove prestava assistenza. Fadi era un fisioterapista di 33 anni e padre di tre figli. Era entrato a far parte di MSF nel 2018.

“L’uccisione di un operatore sanitario mentre si recava a fornire cure mediche vitali alle vittime ferite dei massacri senza fine a Gaza è oltremodo scioccante”, ha dichiarato Caroline Seguin, responsabile delle operazioni di MSF in Palestina. “È cinico e ripugnante”.




Un giorno prima, il 24 giugno, l’esercito israeliano aveva ucciso Hani al-­­Jaafarawi, medico responsabile dei servizi di ambulanze ed emergenza di Gaza, insieme ad altre cinque persone. Secondo Al-Jazeera, alla data del 14 giugno, 500 operatori sanitari sono stati uccisi dall’inizio dell’aggressione israeliana e 310 arrestati.







Le organizzazioni sanitarie non governative continuano a ricordare i propri operatori che hanno perso la vita. Come il dottor Mahmoud Abu Nujaila, ucciso in un attacco all’ospedale di Al-Awda, nel Nord di Gaza, il 21 novembre, insieme al dottor Ahmad Al Sahar e a un altro medico di MSF, il dottor Ziad Al-Tarari. Prima di morire, il dottor Abu Nujaila aveva scritto un messaggio su una scheda normalmente utilizzata per pianificare gli interventi chirurgici: “Chi rimarrà fino alla fine racconterà la storia. Abbiamo fatto quello che potevamo. Ricordatevi di noi”.