In memoria




“Un vero gentleman, con un grande senso dell’ironia.” Le reazioni alla notizia della morte di Robin Warren avvenuta il 23 luglio 2024 sono state molte e tutte hanno sottolineato l’umanità della persona e l’importanza del suo lavoro non solo – o non tanto – per la comunità scientifica internazionale, quanto per tutti noi, cittadini del mondo. Warren era nato ad Adelaide in Australia nel 1937 e si era laureato in medicina nell’università di quella stessa città nel 1961. Successivamente si era specializzato in patologia generale, iniziando poi a lavorare presso il Royal Perth hospital nel 1968. Qui aveva incontrato Barry Marshall insieme al quale vinse il premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 2005. Il loro lavoro sulle origini batteriche dell’ulcera gastrica rivoluzionò infatti l’approccio diagnostico e terapeutico di una malattia straordinariamente diffusa. Il ricorso agli antibiotici permise di ridurre in modo drastico la prevalenza della malattia, consentendo allo stesso tempo di ridurre anche i casi di cancro dell’apparato digerente.

Warren e Marshall furono protagonisti di un’avventura assolutamente originale, ben descritta da Silvia Bencivelli in un libro recente e già molto conosciuto e apprezzato1. Motivati dai molti dubbi sull’origine psicologica della malattia – che si riteneva fosse causata in primo luogo dallo stress – e “informati” da una serie di evidenze già pubblicate in letteratura nei decenni precedenti (ma non correttamente interpretate)2, Marshall e Warren iniziarono a raccogliere campioni biologici da pazienti sofferenti di ulcera e la scoperta della frequente presenza di Helicobacter pylori in quei campioni fu confermata da ricercatori britannici. Cercando di dimostrare l’eziologia batterica, i due clinici e ricercatori provarono a infettare degli animali di laboratorio, senza successo: l’Helicobacter agisce solo negli organismi dei primati. Quale sarebbe stata l’unica strada possibile? Ingerire i batteri e, dopo alcuni giorni, sottoporsi a un’endoscopia diagnostica. Fu Marshall a fare da cavia, ingerendo una coltura preparata a partire da un paziente con dispepsia che era risultato sensibile al metronidazolo. Dopo soli 5 giorni, Marshall iniziò a sentirsi male e ad avere chiari sintomi digestivi: la diagnosi arrivò immediatamente dopo un’endoscopia, risolvendo una volta per tutte il grande interrogativo dell’origine dell’ulcera peptica3.

Nel 2017, la University of Western Australia ha ribattezzato la propria biblioteca intitolandola proprio a Robin Warren, perché il suo esempio fosse di ispirazione per gli studenti.

Bibliografia

1. Bencivelli S. Eroica, folle, visionaria. Storie di medicina spericolata. Torino: Bollati Boringhieri, 2023.

2. Marshall BJ. One hundred years of discovery and rediscovery of Helicobacter pylori and its association with peptic ulcer disease. In: Mobley HLT, Mendz GL, Hazell SL (eds). Helicobacter pylori: physiology and genetics. Washington (DC): ASM Press, 2001. 3.

3. Marshall B. Helicobacter pylori--a Nobel pursuit? Can J Gastroenterol 2008; 22: 895-6.