In questo numero

«La lacuna più grave nella formazione dei nostri medici – dice Francesco Nonino nell’intervista a pag. 571 – è che i principi base della metodologia della ricerca e dell’epidemiologia, per quel che vedo, vengono per lo più ignorati nel curriculum delle facoltà di medicina. L’evidence-based medicine – prosegue il direttore di Cochrane Italia – potrebbe essere definita come “epidemiologia applicata” ed è quindi, per chi decide di fare il clinico, un’utile applicazione dei principi metodologici ed epidemiologici alla pratica clinica. Se vogliamo praticare una medicina basata sulle prove, esse vanno capite, valutate criticamente e adeguatamente interpretate. A maggior ragione, chi tra i nostri laureati decide di “generare” le prove scientifiche, cioè di intraprendere la strada della ricerca, si trova ancor più svantaggiato da questa lacuna didattica. Pur senza negare l’ovvia importanza degli aspetti clinici delle malattie, in entrambi gli ambiti – assistenziale e di ricerca – conoscere almeno le basi dell’epidemiologia e della metodologia della ricerca è indispensabile, e va trovato lo spazio per insegnarle». Questa lunga introduzione alla lettura del numero di novembre 2024 di Recenti progressi in medicina è utile per offrire a chi sfoglierà la rivista anche una cornice di significato delle 15 comunicazioni brevi contenute nel fascicolo.

Gli articoli riportano in modo sintetico studi presentati in occasione dell’ottavo congresso di Forward, progetto del Dipartimento di epidemiologia del Ssr del Lazio Asl Roma 1 e direttamente collegato alla nostra rivista. Le comunicazioni hanno superato una duplice revisione critica, prima per la selezione come presentazione congressuale, poi per la pubblicazione su Recenti progressi. Abbiamo voluto cogliere questa opportunità perché crediamo che – soprattutto per le ricercatrici e i ricercatori più giovani – il percorso di peer review può avere un valore formativo importante: in alcuni casi, l’importanza di un confronto costruttivo tra pari può rivelarsi maggiore del valore di uno studio in sé.

L’editoriale di Giuseppe Gristina (pag. 505) e la nota in Osservatorio di Paola Michelozzi e Simona Vecchi (pag. 507) affrontano due argomenti di bruciante attualità: i fatti e le cifre riguardanti l’interruzione di gravidanza in Italia e le conseguenze catastrofiche dell’emergenza climatica anche sulla salute mentale. «A causa della crisi climatica stanno aumentando nel nostro Paese gli eventi di piogge estreme e inondazioni, ed è stato evidenziato come nelle comunità colpite siano in aumento problemi psicologici e disturbi mentali a breve, medio o lungo termine» scrivono Michelozzi e Vecchi. Gli studi disponibili che riguardano l’impatto di questi eventi sono ancora pochi ma, nonostante servano ricerche ancora più approfondite, disponiamo di prove sufficienti per guidare interventi concreti di prevenzione e mitigazione. In entrambi i casi – interruzione di gravidanza e cambiamento climatico – le opinioni riescono ad avere un impatto sproporzionato (rispetto a quello delle evidenze della ricerca) sulle politiche sanitarie: è la dimostrazione che c’è ancora tanto da lavorare soprattutto nella formazione. Riprendendo l’intervista a Francesco Nonino, abbiamo bisogno di punti fermi, di ragionevoli certezze da cui partire basate su solide prove scientifiche, sia nella clinica, sia nelle politiche sanitarie.