In questo numero


È passata quasi inosservata, purtroppo, la Editor’s Choice che Fiona Godlee ha proposto ai lettori del BMJ il 27 febbraio scorso. La direttrice della rivista esponeva con grande sincerità la propria posizione sull’opportunità delle sponsorizzazioni di industrie a vantaggio della rivista. Da una parte, chiusura a rapporti che in qualsiasi misura possano condizionare le scelte editoriali; dall’altra, cauta apertura a collaborazioni che favoriscano la pubblicazione di approfondimenti o di iniziative editoriali speciali: «Our current practice is that we accept sponsorship for a very limited range of activities: The BMJ Awards, BMJ Spotlights, and BMJ Roundtables. Decisions to accept sponsorship are entirely at my discretion as editor».
Perché ne parliamo oggi su Recenti Progressi in Medicina? Perché il dossier sulle sindromi mielodisplastiche è stato programmato in collaborazione con Celgene. Abbiamo accolto la proposta perché – oltre a dare visibilità alla rivista in un ambito, come quello onco-ematologico, tradizionalmente di nostro interesse – si tratta di una costellazione di patologie comuni negli anziani e che, nella prospettiva di un generale invecchiamento della popolazione, è probabilmente destinata ad avere un peso assistenziale sempre maggiore.
Qualsiasi scelta editoriale, anche in una rivista di medicina interna, può assumere una valenza politica e non solo dal punto di vista strettamente “culturale”. Ed è – questa – una buona notizia, nonostante il parere di chi ha scritto al BMJ per lamentarsi della eccessiva “politicizzazione” della direzione della Godlee. È una scelta politica l’aver invitato a contribuire a questo numero di Recenti il Gruppo Alcol e Droghe della Cochrane Collaboration (sul tema della legislazione sul consumo di cannabis) e Clara Carpeggiani, dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa (a proposito delle conseguenze negative dell’eccessiva prescrizione di imaging diagnostico in cardiologia).
È infine una scelta politica quella di chiudere il numero con una pagina dal libro di Valerio Evangelisti: qualsiasi quadro, in medicina, è incompleto se manca la voce del malato. E un’assistenza davvero patient-centered è assai strano possa pensare di fare a meno del punto di vista della persona più coinvolta.


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