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Sono tempi senza precedenti. Per molte famiglie che faticavano ad arrivare a fine mese oggi la preoccupazione è arrivare a fine giornata. «I governi dovrebbero predisporre reti di sicurezza finanziaria (per esempio con la garanzia di alimenti alle famiglie disagiate, alloggio e sostegno alla disoccupazione), tenendo in considerazione non solo la situazione attuale delle persone ma anche il loro futuro», scrivono gli autori di un articolo appena uscito su Lancet Psychiatry1. Alla crescente disoccupazione si accompagna l’incertezza sulla prosecuzione dell’istruzione universitaria e delle attività formative che preparano al lavoro.

Perdita di posti di lavoro e una diffusa condizione di stress economico oltre che psicologico sono fattori di rischio ben noti per il suicidio. A questo riguardo, la compresenza di CoViD-19, patologie pregresse e crisi economica e sociale può essere esplosiva. Ma si può evitare di subire le conseguenze di questo dramma e, capovolgendo la prospettiva, provare a cogliere l’opportunità per un cambiamento. «Si scopre che una pandemia offre un ottimo modo per esaminare le disuguaglianze di classe americane», ha scritto Warzel sul NYT2. Ma servirebbe un cambio di prospettiva e uno sguardo che vada oltre l’immediato: «Con un po’ di fortuna, leadership e il contributo di tanti, l’esperienza del nostro paese con la CoViD-19 può portare a cambiamenti positivi per affrontare i problemi dei senzatetto, la disoccupazione, l’insicurezza alimentare e abitativa e le molte altre questioni sociali che affliggono la nostra società e possono aumentare il rischio di suicidio», ha commentato un editorialista di Stat3.

«Un tema soffocante», scrivono Filetti, D’Amuri e Giusti nel loro editoriale parlando del suicidio assistito. Questione che richiede «apertura e onestà intellettuale per tutte le molteplici situazioni in cui siamo chiamati al confronto, come medici, come scienziati, come intellettuali ma soprattutto come semplici persone», continuano gli autori. L’ampia rassegna di Giuseppe Gristina offre finalmente una panoramica esauriente sulla suicidalità in relazione a numerose patologie croniche. «Le norme legali – se e quando verranno – non potranno mai esimere da un ascolto e da un’interpretazione della domanda», commenta Sandro Spinsanti. «Con il doveroso rispetto dell’autodeterminazione della persona che si trova a vagare nei confini estremi dell’esistenza umana: potrebbe rivolgere una richiesta che non capiamo, ma che non per questo è priva di senso».

Sono questioni di cui si discute in modo molto acceso ma troppe volte «a prescindere dalle evidenze» nonostante la medicina delle prove – in quanto sintesi tra i risultati della ricerca, l’esperienza degli operatori e i valori dei cittadini – avrebbe davvero molto da dire.

Bibliografia

1. Gunnell D, Appleby L, Arensman E, et al. Suicide risk and prevention during the COVID-19 pandemic. Lancet Psychiatry 2020 Apr 21.

2. Warzel C. When coronavirus quarantine is class warfare. New York Times 2020; 5 marzo.

3. Betz E. Covid-19 and suicide: an uncertain connection. Stat 2020; 22 aprile.